Il Coronavirus ci sta insegnando tante cose. Prima di tutto ci si è resi conto di come sia fragile, nei numeri e non nelle competenze, il nostro sistema sanitario nazionale. Ci si è accorti che mancano tipo 100.000 figure professionali tra medici e infermieri. Vedremo se, passata questa emergenza, si parlerà ancora di contenimento dei costi, di tagli, di accentramenti. Legata a questa tematica ce ne è un’altra. Sarò sincero: negli anni 90 sono stato un federalista convinto, convinzione derivata da Tangentopoli. Nel corso degli anni invece ho cambiato la mia idea, anche perché la Regione per i politici è stata solo una occasione per aumentare i disastri. Il Coronavirus ha dimostrato che la riforma del titolo V è stato un autentico male per l’Italia. Il virus ha dimostrato poi che i confini sono ormai pura utopia, si viaggia così tanto, per lavoro e per altro, che il concetto di sovranismo impallidisce di fronte alle malattie di questo tipo. La poca mobilità dei trasporti ha reso, per esempio in Cina, l’ambiente migliore. E questo potrebbe essere un nuovo spunto per la lotta per il clima. Sopravviviamo anche se l’economia rallenta e comunque questa ultima va sicuramente ripensata. Anche la scuola ha scoperto una cosa che non conosceva: la tecnologia. Gli insegnanti e gli studenti fanno le lezioni a distanza e pare che tanto male non sono, per cui il concetto di confine può estendersi anche agli edifici scolastici che possono essere virtuali, cancellando tutte le problematiche sulla agibilità e sui terremoti. Il Coronavirus ha cancellato Bibbiano, i contrari ai vaccini, le riforme assurde sul governo e premierato. Ha messo a nudo la debolezza di alcuni politici come Salvini che il 27 febbraio criticava la chiusura in Italia ed ora richiede una zona rossa non per la Penisola, ma per l'Europa. Sembra uno di quei film, penso al Thanos di Avengers, oppure a Watchman, nel quale il cattivo cerca di far ripartire il mondo cominciando con lo sterminio di una parte del popolo. Tanto diverso non è. Poi c’è l’aspetto economico. La Ue forse dovrà capire che la sovranità deve essere europea in tutti i settori, perché le emergenze sono europee e quindi la risposta deve essere forte ma unica. La domanda finale è quindi una sola. Alla fine della fiera, l’uomo imparerà qualcosa da questo virus? Credo di no, perché di casi come questi ce ne sono stati anche più tragici (dalla influenza spagnola, alla peste, alla Sars) ma siamo sempre al punto di partenza.
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