Sono abbonato all'Espresso da un bel pezzo, forse saranno dieci anni. Ogni tanto però mi ritrovo a leggere articoli proprio insensati. A parte che ho scritto al Direttore una email circa i famigerati ritardi delle banche della erogazione dei soldi del Covid, ma poi ci si mette anche Paolo Romano che scrive un articolo contro i musicisti. Non sono un fan né dei flash mob, né delle catene social, in qualunque campo, per protestare. Lo puoi fare in Cina, perchè già sai che lì poi ci sono delle conseguenze. Qui in Italia l'incisività di una protesta fatta in questo modo è prossima allo zero, non porta a nulla. Però mi chiedo, quando si blocca Cristiano Ronaldo, o Vasco Rossi, a chi veramente si fa il danno? Ho suonato in una band, ho fatto il dj ed anche un po' di radio. Solo chi fa questo percorso, sa quanto è dura andare avanti ed investire il proprio futuro in queste professioni, spesso e volentieri si fa altro. Penso a quando ricevo un disco a casa per scriverci qualcosa su Musicalnews o su questo blog, e penso a quanto tempo, denaro e creatività una band ci abbia messo sopra. E quindi il fatto che i big della musica italiana si facciano vedere è giusto, perché cercano di salvaguardare i più giovani e meno famosi, anche se forse, in termini organizzativi si poteva fare di più. La cosa comunque sconvolgente, ora che si sono fatti anche gli Stati Generali, è che, al ministro della Cultura, non gliene fregato nulla. Io sarei andato a Milano quel giorno per parlare con gli artisti e con tutti quelli che lavorano dentro quel mondo, per dire che il governo pensa anche a loro. Ma questo non è avvenuto. Penso che la cultura debba essere una cosa fuori dalle logiche di mercato e a carico dello Stato, perché l'Italia, se ha un posto nel mondo, lo ha per i suoi artisti e i suoi inventori. Sarebbe una grande riforma, e forse, togliendo il problema del denaro, la Cultura sarebbe Verità.
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