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  • Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Cospito e lo sciopero della fame


Sto leggendo in questi giorni un libro interessante del direttore del Foglio sui limiti della destra italiana, tra i tanti temi trattati c'è quello delle carceri. E'lo stesso Nordio a dire che la prigione non deve essere collegata ad un senso di giustizialismo ma deve essere per pochi, proprio per quelli che, se escono, possono reiterare i reati. La vicenda di Cospito è interessante perchè lui non ha ucciso nessuno da quel che leggo eppure è sottoposto al 41 bis. Ovviamente non è detenuto per uno sbaglio ma perchè ha commesso dei reati. E' incredibile questa vicenda perchè in Italia, spesso e volentieri, escono di prigione condannati, anche per reati che riguardano la persona, dopo poco tempo e nonostante delle condanne pesanti. Cospito, a differenza loro, non deve uscire dal carcere, anche perché quello che pensa dello Stato è grave e i suoi attentati sono lì a testimoniarlo, e i suoi gesti lo sono altrettanti, ma dovrebbe avere un trattamento più leggero. E' un altro caso che pone in evidenza come l'amministrazione pubblica non calibra le sanzioni in maniera adeguata e ha problemi nel tornare indietro nelle sue decisioni. In più uno Stato che non riesce ad equilibrare le pene detentive al dettato costituzionale non è uno Stato.

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