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Il Pino della discordia

Immagine del redattore: Silvio MancinelliSilvio Mancinelli

Quando si vede che una città è viva? È una domanda complessa. Io la vedo in questa maniera: modificare la struttura di una città con nuove infrastrutture è sicuramente un modo. Ripensare una determinata zona abbandonata, cercare di riutilizzare vecchi edifici, pensare a nuove scuole, sono questi esempi di come un amministratore può dare la sua impronta con l'azione della propria giunta e ripensare la vita e le dinamiche sociali di una comunità. Rimanendo al centro storico di Sulmona mi vengono in mente due interventi architettonici: quelli presso Porta Pacentrana e quelli nei pressi di San Rocco. Entrambi sono un colpo all'occhio per tutti, sia per i cittadini che per i turisti. Il famoso “canotto” (così chiamo io i giardinetti presso Porta Pacentrana) non lega con il contorno, non c'è bisogno di un esperto per capirlo. È come quando mi vesto alle volte con abbinamenti di colori arditi: mia moglie me lo fa notare, anche se non è nel settore della moda. Insomma: non basta fare dei lavori, ma dietro, e immagino che il professionista lo sappia, ci deve essere uno studio sui materiali, sulla storia della città, sulla utilità di rifare una determinata zona. Ora il problema principale dei sulmonesi è quello di proteggere un pino dall'abbattimento. Vorrei dire una cosa sugli alberi: non è che sempre vanno bene. Pensate al viale della Stazione: chi deve portare la spesa a piedi per il viale, chi utilizza carrozzelle per bimbi e per portatori di handicap, non può “camminare” sui marciapiedi in quanto occupate dagli alberi, che sono belli, danno atmosfera, ma vanno messi nei posti giusti. Mi racconta anche mio zio che il nostro albero di Natale di fronte all'Annunziata non ha ragione di esistere lì in quanto va ad annullare una bella piazza ( infatti io sarei per ripristinarla). Ed ora veniamo al Pino che sta facendo molto discutere in città. Rispetto le idee di chi lo vuole difendere, ma considero questa difesa come un mero gesto simbolico che non produce nulla. Credo che si possa verificare il progetto, non credo che sia segreto. C'è una relazione di un agronomo che certifica la pericolosità dell'albero. Pensate a cosa può accadere in caso di caduta inaspettata di un ramo sulla testa di una persona. Non voglio poi citare altre persone che, facendo quel lavoro, hanno dato sui social un parere favorevole all'abbattimento. Ripeto, gente esperta e del settore. È chiaro che ogni amministratore deve mettere in conto che, in questi tempi social, nei quali non ci si rende conto neanche che spesso si scrive commettendo il reato di diffamazione, spostare una pianta comporti le reazioni negative dei cittadini, i quali però amano il verde solo in determinati casi. Non ho visto proteste ultime per lo stato vergognoso delle ville comunali, ho visto solo un ragazzo mettersi a capo di pochi amici per ripulire il Parco Fluviale ( lì il verde ci sta benissimo). Nonostante questo il Sindaco deve sempre avere un approccio di condivisione e di comunicazione su quello che sta facendo o che farà. È necessario. È importante sapere a che punto sono le procedure per le scuole, è importante sapere quando si rifarà per l'ennesima volta il manto stradale al viale della Stazione. Lo deve fare, nonostante le inutili catene umane per il Pino o per la caserma. L'unica cosa che chiedo al Sindaco e a chi ha fatto il progetto è di farlo con buon gusto quanto meno, differenziandosi da quello che hanno fatto i predecessori.

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