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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

La vita digitale dopo la morte- Gli Highlander


La damnatio memoriae è una locuzione in lingua latina che significa letteralmente condanna della memoria. Nel diritto romano indicava una pena consistente nella cancellazione della memoria di una persona e nella distruzione di qualsiasi traccia che potesse tramandarla ai posteri, come se non fosse mai esistita. Pensate a come può essere paurosa questa cosa: cancellare le tue geste e le tue azioni in vita, significa non essere mai nato. È la peggiore punizione dell'umanità. Da quando sono iscritto a Facebook purtroppo comincio ad avere contatti che nella realtà sono passati a miglior vita. Nonostante questo il social in questione mi ricorda i loro compleanni, i loro commenti, le foto fatte insieme. Ed allora ho pensato alla generazione dei più piccoli. Quelli che cominciano a stare su Facebook indirettamente attraverso i genitori. Per chi vivrà a lungo potrà vedere la crescita del bambino, il primo giorno di scuola, l'università, il lavoro, potrà leggere di come il suo pensiero si è evoluto nel tempo. Il web lo vedrà diventare padre. Insomma sul Internet ci sarà la storia completa di una persona, anche il suo funerale. Gli informatici ne hanno parlato e scritto. È stato introdotto il diritto all'oblio, cioè la possibilità di cancellare le proprie gesta su internet. Cosa non facile, in quanto, se Facebook, attraverso la richiesta degli eredi cambia le pagine delle persone defunte, in pagine alla memoria, Google non sembre accetta di cancellare i dati delle persone. La cosa anche pericolosa è che si possano poi cancellare solo determinati dati in modo tale da riabilitare l'io digitale e di conseguenza anche quello reale, con le ricerche su Google. Qualcuno è andato oltre pensando ad un social per dopo la morte. Eter9 per esempio,è una nuova piattaforma che è anche, allo stesso tempo, un inquietante esperimento di intelligenza artificiale. La nuova creatura promette infatti di imparare da ciò che abbiamo pubblicato in passato e dal modo in cui abbiamo interagito con i contatti sulla "corteccia", vale a dire sull'equivalente di una bacheca paragonabile a quella di Facebook. In base a ciò che avrà acquisito, il sistema sarà in grado di far vivere il nostro profilo in eterno agendo per nostro conto. Quindi rispetto a Facebook ci sarà un profilo dinamico e non statico. Io mi ci sono iscritto, per sperimentarlo. Vediamo come andrà. Andrea Barchiesi nel suo libro “La Tentazione dell’Oblio” si pone una domanda in merito alla vita digitale:“Vuoi subire o costruire la tua identità digitale?”, noi ora la stiamo subendo e non ce ne rendiamo conto. Ma la mia generazione, come del resto quella dei più grandi, ha un approccio con Internet inconsapevole per la maggior parte. Ma le conseguenze di questa trasformazione sociale le vedremo solamente tra, quanto meno, un decennio.


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