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  • Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

La paura dei tumori


Per l'ennesima volta mi sono affacciato al reparto di senologia dell'ospedale dell'Aquila. Questa volta le donne erano molto di più rispetto alla precedente. Le ho viste negli occhi: c'era chi era alla prima visita, chi ormai era di casa. Ognuna con la sua storia, le sue radici, ma tutte accumunate, da un male, il cancro, che le ha portato a conoscersi e magari consolarsi. Quando uscivano dalla stanza delle visite, alcune avevano il viso scuro, altre uscivano sorridendo dopo un pianto di liberazione. Quando si entra nel tunnel di un qualunque male, in prima persona, o semplicemente da spettatore, cambia il modo di vedere la vita. È inevitabile. La nuvola in cielo non è solo una nuvola, il canto dell'uccellino non è un semplice suono, ma tutto è qualcosa in più. Sia nel caso che non supererai il tuo male, sia e soprattutto se lo supererai, i tuoi pensieri cambieranno, il modo di pensare la tua vita cambierà. Io in questo caso sono solo spettatore di un qualcosa, ma vedere tutte quelle donne lì in attesa di un responso, deve far capire loro e non solo loro che è inutile aspettare, tentennare nelle scelte. Inutile aspettare un qualcosa che dovrà accadere per muoversi e intraprendere determinate strade. È inevitabile pensare che si è stati coglioni ad aspettare a vivere delle emozioni, dall'avere figli, a cercare una persona con la quale condividere emozioni, risparmiare denaro non si sa per cosa. A cosa serve aspettare? A nulla. Bisogna sentirsi vivi e pensare sempre a tramandare ai posteri la propria esperienza di vita per migliore dagli errori degli altri. Io credo nella prevenzione,e bisogna crederci serenamente perchè la medicina migliora giorno dopo giorno, la scienza va avanti. Viviamo più sani ma soprattutto viviamo serenamente il tempo che ci è stato concesso su questa terra, senza invidie e ipocrisie, donando il nostro tesoro al prossimo.


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