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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Una volta c'erano i 5S


Una volta ero a cena con degli amici stimati che avrebbero votato i 5S, non per le idee, ma perchè, secondo loro, bisognava dare una sterzata alla politica italiana. La sterzata in realtà l'ha data lui, Di Maio. Come si fa ad avere fiducia in uno che alla sua età è così formale nel vestiario, sbaglia le semplici nozioni di geografia, per non parlare dei congiuntivi. Insieme a lui tante persone hanno convinto gli italiani con le seguenti nozioni: uno vale uno, con il divieto dei mandati e delle penali in caso di cambio casacca, di onestà e di vaffanculo. Mi ero scordato lo streaming per le riunioni, la scatoletta di tonno e l'abolizione della povertà. Alla fine della fiera i 5S non esistono più sono rimasti i debiti. Di Maio che ha ricoperto in quattro anni più ruoli manco fosse Andreotti, ha abbandonato il movimento, creando quindi un nuovo gruppo parlamentare e nuovi posti di lavoro per gli ex grillini. Dopo la batosta nelle amministrative, ora i 5S non possono neanche comandare nel Parlamento. Con la prossima tornata elettorale, nella quale sarà attiva la loro riforma di riduzioni dei parlamentari, il movimento varrà quanto un Renzi o un Calenda. Ero sicuro che andasse a finire così. Quando non esistono i contenuti e vengono sbandierate cose che non hanno a che fare con la politica, la fine che si fa è questa. Rimarranno di loro pochi, quelli che già al primo stipendio hanno cominciato a studiare per capire come rimanere parlamentare un altro pò.



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