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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

Due parole con Pasquale Lancia tra calcio e politica


Se sei di Sulmona e vuoi parlare di calcio non puoi non confrontarti con Pasquale, fine conoscitore di quello sport, ma anche studioso di politica. Per cui gli ho proposto le seguenti domande:

1) questa Atalanta, sportivamente, mi ricorda un pò il Parma degli anni 90, squadra alla quale mancò solo lo scudetto. La Dea potrà secondo te arrivare primi, seguendo le direttive soprattutto di mercato dell’allenatore?

Ci sono certamente degli aspetti in comune, legati alle novità introdotte nel modo di giocare. Nevio Scala propose un 3-5-2 con esterni molto più portati a spingere che a difendere, come Benarrivo e Di Chiara, un po’ sul modello dell’Atalanta di Gasperini con Hateboer e Gosens e oggi con Zappacosta e Ruggeri. Se riesce a trattenere Koopmainers e Ederson rinforzando ulteriormente il centrocampo con un’alternativa di valore, e a migliorare l’attuale, pur elevata, qualità offensiva, l’Atalanta può senza dubbio giocare per le primissime posizioni. La conferma di Gasperini è un punto decisivo. La traccia è ormai consolidata e la vittoria dell’Europa League farà crescere consapevolezza e autostima.

 2) Segui anche il calcio femminile? Potrà secondo te esplodere a livello di passione?

Lo seguo e trovo che sia destinato a crescere. C’è tanta qualità, soprattutto in squadre come la Juventus e la Roma che ha vinto gli ultimi due campionati.  Ci sono valori tecnici importanti, favoriti anche dalla presenza di allenatori ex calciatori, come ad esempio Maurizio Ganz. Anche grazie alla dirette televisive sempre più frequenti sono convinto che negli anni a venire ci sarà sempre più interesse intorno al calcio femminile.

 3) Sei un grande conoscitore anche delle serie minori, come è la situazione attuale? I costi sono sempre maggiori da supportare e molte squadre falliscono, come si può ovviare a questo problema?

La situazione è molto difficile. La Lega Pro è molto onerosa e poco remunerativa. Società importanti falliscono o fanno molta fatica a recuperare categorie che hanno occupato per anni, complice anche una formula che premia poche squadre e che prevede playoff estenuanti. Leggo di molte critiche all’attuale dirigenza del Pescara calcio, che sta puntando molto sui giovani e investe molto sul settore giovanile: ecco, secondo me molte di queste critiche sono ingenerose, perché per “sopravvivere”, giovani e settori giovanili sono condizioni decisive.

4) Parliamo un pò di politica. Nessuno parla delle elezioni europee, eppure sono molto importanti perché il nostro futuro si decide lì. Considerando che c’è il proporzionale, che maggioranza ci sarà secondo le tue previsioni? Draghi avrà un ruolo?

Un recente sondaggio di Europe Elects pubblicato dall’edizione online de Il Sole 24 Ore dà come più probabile una maggioranza tra socialisti, liberali e popolari, la cosiddetta “maggioranza Ursula” che sostiene l’attuale Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Strade che portano a nuovi equilibri sembrano al momento difficili da percorrere. Non saprei dirti su Mario Draghi, se non che si tratta, naturalmente, di una figura di primo piano. Concordo sul fatto che le elezioni europee siano molto importanti e andrebbero affrontate, in generale, con maggiori approfondimenti e conoscenza e qui serve uno scatto in avanti anche dei mezzi di informazione. Anche e soprattutto sul versante delle politiche sociali, dove la costruzione dell’edificio europeo è un po’ in ritardo, nonostante gli ingenti interventi per fronteggiare l’emergenza post Covid, i prossimi anni saranno decisivi.

5) Ultima domanda: si parla molto del futuro della nostra città. A prescindere dai colori politici, cosa dovrebbe fare un sindaco per dare uno stimolo a questa valle nella quale gli abitanti diminuiscono sempre di più.

E’ una domanda molto difficile. La perdita di servizi e opportunità incide notevolmente sul fenomeno dello spopolamento. La cosa principale che dovrebbe recuperare la politica nella nostra città è lo spirito di coesione. Negli ultimi decenni la frammentazione e le divisioni hanno minato sul nascere tutte le coalizioni nate per amministrare. Magari ritrovare un maggiore senso di responsabilità sarebbe un primo passo decisivo.

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