Barbara Ancillai fa parte di un team, con sede in Roma, che si occupa della organizzazione degli eventi. In più è una wedding planner. Con il Covid, il settore culturalre e quello legato agli eventi è forse quello più in crisi. Mi piaceva quindi l'idea di fare due chiacchiere con una persona del settore.
Tra le tante attività che hanno subito una battuta d'arresto con il Covid c'è quella legata alla organizzazione degli eventi: come si è organizzata la tua società in questo anno? Dopo una grande difficoltà iniziale che ci ha disorientati, abbiamo osservato e riflettuto come poter colmare un buco che si era formato ed avvicinare chi era lontano. Abbiamo acquisito una piattaforma con cui si è riuscito a convertire, buona parte delle attività legate a webinar e convegni medici FAD, per colmare la mancanza di “convivialità”, abbiamo creato per primi un servizio di catering-delivery per eventi aziendali, colazioni di lavoro o aperitivi. Il progetto si chiama Nutrimentiamo, una box con fustella unica realizzata per noi che può essere riutilizzata come vassoio, poiché questo progetto è molto attento alla filiera locale e KM0, alla sostenibilità ed al green.
Abbiamo creato dei format eventi, particolari per attività di teambuilding anche se a distanza (show cooking e degustazione, percorso di degustazione birre o vini con sommelier certificati e corsi di bartender amatoriali). Recapitiamo un paio di giorni prima degli eventi le box a tema o Nutrimentiamo con precise indicazioni su conservazione, utilizzo ed orario di apertura box.
Mi ha sempre incuriosito in particolare l'attività di wedding planner, non tanto per l'organizzazione in sé ma per il fatto che ci si relaziona con persone, che quando si sposano, spesso perdono la testa. Che approccio bisogna avere? Sicuramente come per tutti gli eventi, dobbiamo mantenere un approccio professionale, ma per i matrimoni l’empatia e “l’aspetto umano” devono essere fondamentali. Sono persone che ci stanno affidando l’organizzazione del loro giorno più bello e dobbiamo saperli guidare, consigliare, interpretare i loro sogni e tradurli, realizzando il LORO evento perfetto.
Tra poco molto regioni torneranno “bianche”: come è la richiesta di eventi quando so tornerà ai livelli precovid? Da quanto stiamo notando, sia noi operatori di settore che le associazioni che siedono ai tavoli governativi e di controllo, c’è l’assoluto desiderio di ripartire quanto prima. Sia da parte dei professionisti che dei clienti. Molte coppie non si sono lasciate scoraggiare ed hanno comunque deciso di sposarsi anche con limitazioni e linee guida molto rigide, decidendo poi di festeggiare con tutti, appena possibile. C’è un bel fermento e credo che con l’estate ripartiranno non solo gli eventi ma anche la programmazione per ottobre e dicembre.
Quali sono le regioni più attrezzate per la gestione degli eventi? Dai miei contatti in tutta Italia direi che siamo più o meno allineati ovunque. Anche se sicuramente la Puglia è stata tra le prime a gestire in autonomia regole e protocolli per ripartire.
Oramai siete attivi anche in Abruzzo: quali sono le grandi pecche a livello di gestione di eventi qui? Più che grandi pecche direi che l’Abruzzo ancora non è consapevole della bellezza che ha e che può esportare. Mi spiego meglio: ho notato una buona attività per eventi e matrimoni “di prossimità”, di gente locale quando avrebbe tutte le possibilità per promuovere il Destination Wedding e lavorare con gli stranieri. Ha mare, montagna e laghi, panorami bellissimi, tanta natura e borghi storici, dovrebbe sicuramente incentivare il turismo, promuoversi meglio e strutturarsi di più. Sia per le figure professionali che strutture ricetive e di servizi… ma credo che siamo sulla buona strada!
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