Il 2017 è stato un anno abbastanza tosto, non ne ricordo di anni così. Personalmente ma, per esempio, anche per la musica. Il biennio 2016-2017 ha visto perire praticamente una generazione di musicisti che hanno fatto la storia del rock. È il mio ultimo Natale da celibe perchè il prossimo anno mi sposerò con Ludovica, quindi il 2018 sarà, per certi versi, un anno di transizione per i vari preparativi necessari. Non pare un anno di transizione solo per me, ma anche per una buona parte degli italiani, almeno secondo gli ultimi sondaggi. Infatti se per le famiglie italiane il 2017 è stato un anno di passaggio con più ombre che luci, le prospettive per il 2018 sono più rosee non solo sotto il profilo macroeconomico del Paese, ma soprattutto in merito alla propria situazione economica, con il 37% dei consumatori che prevede un miglioramento e solo il 13% un peggioramento. Mi sono accorto anche nel mio lavoro che qualcosa sta cambiando, le richieste della clientela sono più vive e presenti, ma questa è solo una mia sensazione, senza dati empirici. E a questo punto mi vengono in mente due bimbi nati da pochi giorni. Matteo Perfetto e Flavio Carassai. Quale futuro aspetta questi ragazzi nati in un anno che veniva concepito diversamente in film come Ritorno al Futuro? Un futuro con centrali di spinta Snam? Con un peggioramento della vita? Con i bimbi di stranieri equiparati, direi finalmente, ai bimbi italiani, se sono nati in Italia? È difficile dirlo. Si possono intuire dei cambi di stili di vita, con settori più automatizzati, rispetto ad altri dove l'intelletto e le idee di un uomo non possono essere sostiuiti alla macchine e questo ovviamente avrà una incidenza sui dati dell'occupazione. Forse questi ultimi 20 o 30 anni saranno visti nei prossimi libri di storia, come quelli dei mutamenti della società i cui effetti si potranno toccare con mano solo nel lungo periodo. È stato un anno nel quale Sulmona ha scoperto,come non mai, dei concittadini sui social. C'è chi si fa opinion leader e si costruisce pagine parlando in terza persona, e poi chi ha sempre una parola buona per tutti. È il caso di Andrea Di Cesare, che con i suoi post, ha sempre una parola buona di incoraggiamento per tutti, e dimostra come il social non debba essere per forza la gogna mediatica, ma può essere anche altro. Buona Natale.