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  • Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

The Menu


Tyler, gourmet ossessivo, invita Margot, misteriosa 'fidanzata', ad accompagnarlo a Hawthorn, un ristorante stellato nel cuore di un'isola privata. A gestirlo, come una caserma, è Slowik, chef di cucina molecolare che promette un menu da sogno guarnito da rivelazioni e sorprese. Tra una portata e l'altra, che Tyler degusta vorace, e Margot declina irritando Slowik, uno spettacolo macabro prende progressivamente forma. E' il classico esempio di film per il quale bisogna andare oltre la visione di quello che si propone. Da una parte il problema riguardante l'estremizzazione del cibo che da alimento che serve per la nutrizione a concetto intellettuale e di pura forma. Quanti sono andati in un ristorante stellato per poi uscire e mangiare un bel panino con la porchetta per saziarsi? Dall'altra parte la vita del ristoratore e dell'intera brigata che non ha una vita, esistenza che è assoggetta a clienti che non apprezzano quello che hanno sul piatto. Tanto è vero che lo chef se la prende anche con un attore protagonista di un film brutto visto al cinema nell'unico giorno di riposo dopo tanto tempo. L'unica donna che si salva è quella che, guardando una foto di Slowik da giovane intento a cucinare un cheesburger, riconosceva l'entusiasmo di chi stava facendo una cosa apprezzata e ordina quel piatto con le patatine. Bel film che fa riflettere con questa esplosione di chef stellati divenuti anche star della tv.



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