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Ma voi lo dite un come stai al vostro vicino?

Immagine del redattore: Silvio MancinelliSilvio Mancinelli


La mia comunità nelle ultime settimane è stata scossa da due morti volontarie. Due ragazzi totalmente diversi, per quel che si legge, con in comune la loro fine e la giovane età. A parte i giusti ricordi di chi lo ha frequentato, non capisco i post di quelli che parlano di fallimento della politica o della sconfitta della nostra comunità. In questi casi bisogna rimanere in silenzio, soprattutto perchè noi non abbiamo gli strumenti per capire questo tipo di gesti estremi. I motivi possono essere vari e avventurasi in delle ipotesi può solo far male a chi legge, se si è un familiare. Soprattutto si è ipocriti da scrivere cose di questo tipo perchè nel momento in cui lo scriviamo probabilmente il nostro vicino è in difficoltà, oppure il nostro collega di lavoro, o addirittura un nostro parente, ma è difficile dire semplicemente un come stai. Un pò perchè siamo pronti solo a piangere sul latte versato, un pò perchè la nostra vita va così di fretta che arriviamo la sera tralasciando tante cose, soprattutto i rapporti umani, ormai delegati a qualche app sul telefono. Vediamo che chi ha scritto post di solidarietà quante telefonate farà a chi è rimasto, a quella donna che ha ritrovato il marito in cantina, a quei genitori che hanno ricevuto della morte del proprio figlio durante una Convention politica. Sono cose tristi che forse può può risolvere solo un professionista se cerchiamo di aprire gli occhi davanti ai problemi e non ci giriamo dalla altra parte

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