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  • Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

La chiusura di una libreria


C'è da dispiacersi? Certamente sì, perché quando chiude una attività è sempre brutto soprattutto quando la chiusura non derivava dal pensionamento del titolare. Spero che nessuno scriva che un altro baluardo culturale chiude perché i luoghi di cultura esistono solo se sono frequentati e nei quali si acquistano i prodotti. In Italia siamo in pochi a leggere e chi legge spesso si limita a titoli che di culturale non hanno nulla. Vale un po' lo stesso discorso della musica. Mi spiego. Ormai la voce del padrone per i libri la fa la grande distribuzione nella quale il dipendente non sempre è competente. Gli stessi dipendenti devono proporre libri oggetto di budget, fare fare beneficenza ( pure questo è un obiettivo) , vendere altra merce che non ha nulla a che fare con i libri. Per cui un lettore non ha una guida e si ferma ai soliti autori. Io fortunatamente ho mia moglie che nonostante ora sia disoccupata ( dopo tanti mesi la rimpiangono ancora) sa consigliarmi bene. È come per la musica. Se non c'è competenza il lavoro da artistico diventa solo commerciale Fortunatamente a Sulmona 2 librerie rimangono e questo fa piacere ma se si continua a pensare che basta internet per leggere una pagina per sentirsi migliori si sbaglia. Chi scrive ti porta in luoghi inarrivabili, ti mette davanti alle tue paure e ti apre le mente. Soli così potranno mantenersi i presidi di cultura.

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