Ho una teoria: la teoria è che, almeno una volta nella vita, avendo a disposizione degli strumenti espressivi, chiunque possa esprimere idee e racconti di tipo alto e artistico. Non so cosa farà nel futuro Giovanni Zampieri, in arte Kerouac, ma con il suo primo album, “Ortiche” ha prodotto un bel disco. Giovanni è un ventunenne studente di sociologia che raduna qui nove brani scritti lungo un periodo di quattro anni, nati da una chitarra acustica, e che hanno poi incontrato la produzione di Andrea Gallo (bassista dei Four Green Bottles), anch'egli per la prima volta in veste di produttore. È un disco elettronico ma comunque potente, basta ascoltare l'impressionante “Angie” per rendersene conto. Non siamo qui a parlare del solito cantante indie che parla di amori sfigati, ma forse grazie alla sua attività da sociologo, i temi sono importanti: da atroci delitti agli emarginati. Non è drum and bass alla James Blake, ma in certi casi Kerouac mi fa pensare alle esperienze musicali del produttore brittanico e alle esperienze soliste di Thom Yorke con “The eraser”. “Ortiche” non dura molto, ma mischia all'interno delle strutture musicali, tutto concentrato, cantautorato, hip pop, beat bassi e ritornelli evocativi nserendo in “Rifugio” il suono delle monete di “Money” dei Pink Floyd e in “Divise” un campionamento tratto da un’intervista di Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova (Lega Nord), in cui afferma che “i parchi servono per i bambini, non servono per i clandestini”. Speriamo che Kerouac smonti la mia teoria perchè di artisti pensanti l'Italia ne ha bisogno.
La tracklist
Rifugio
Divise
Graffiti
Angie
Antartide
Alberi
Maredentro
Metropoli
Capolinea