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  • Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

La nostra maleducazione


L'altro giorno su Facebook ho proposto una foto nella quale c'era una carta per terra. La cosa particolare è che era già passato il netturbino e dopo pochi secondi qualcuno aveva già pensato bene di riempire di nuovo la strada con la cartaccia. È quello che dico da molto tempo, ma soprattutto da quando l'estate scorsa sono divampati gli incendi sulle nostre montagne. Chi c'era dietro quegli incidenti? Non lo sappiamo ancora oggi, ma pochi, tra chi scriveva a favore della natura, erano sinceri, perchè effettivamente hanno una indole ecologica. Di contro molti di quelli che piangevano allora imbrattano il territorio, buttano le carte per terra e non solo. Attualmente, con l'applicazione della differenziata in tutta la città, cercano una campagna dove buttare qualunque cosa, dall'organico alla plastica, nonostante il porta a porta, nonostante la nuova isola ecologica e nonostante il numero verde per i rifiuti ingombranti. Gli autori ipocriti di questo scempio sono gli stessi, come hanno scritto nei commenti al post, autori di vandalismo e bullismo? Credo di no, perchè sono cose molte diverse. E soprattutto sono “reati” che si sono sempre commessi, amplificati però dai social. Non è una giustificazione questa ma è un modo per far capire che sono fenomeni sempre sottovalutati, prima di tutto, da noi cittadini. Del bullismo frega solo se colpisce un nostro parente. Ma per il resto ci macchiamo spesso di modi di fare sbagliati: dalla cicca di sigaretta buttata per terra, al parcheggiare in divieto di sosta o in doppia fila. Oppure evitando fatture e scontrini per poi lamentarsi delle tasse. Chi si crede retto, forse, nelle piccole cose è colluso con gli altri nel rendere peggiore il mondo. E la decandenza aumenta.


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