È difficile fare metal nel 2017. E' una affermazione che ci sta tutta considerando “Artifical” il nuovo disco dei Chrome Sky, band catanese. Un album composto da sette canzoni che dimostrano come sia difficile suonare questo genere in questo secolo. Doppio pedale, effetti taglienti, e acuti vocali che derivano direttamente da Zeppelin e Deep Purple, cosa che fatta venti anni fa sarebbe andata ala grande. Un qualcosa, quindi, che nel 900 aveva senso, ed ora forse non ne ha più. Ne ho visti molti dal vivo negli anni 90 di band così, e in quel contesto c'era la ratio. Attualmente credo che un disco come “Artificial”, che del resto non ha nulla da eccepire dal punto di vista sonoro, non aggiunge nulla a quello già ascoltato. Nonostante ci sia dentro anche l'elettronica. Diciamo che morto Cornell è morto anche uno degli ultimi esponenti dell'hark rock mondiali. Tutto quello che c'è ora non arriverà mai a quel livello. Il rock ormai sta dando spazio ad altri generi per esprimere la rabbia e la voglia di libertà. Questa è la debolezza di cui soffre di questo disco. Un disco che a me piace, come utente, lo trovo sfizioso, ma nell'ambito della critica, è ovvio che il genere ormai è stantio e mostra tutte le debolezze del tempo in cui viviamo.

La tracklist
Artificial man
Corruption
My male funcution
The Chrome sky
Redemption
I Dream of the day
My scars