L' ultimo episodio di razzismo in Usa è l'ennesimo episodio che si ripete all'infinito. Gli Usa vivono questo paradosso: cacciano i nativi e invadono un territorio, brutalizzano, poi, le persone di colore ma non solo. Paradossalmente gli Stati Uniti sono sempre la terra dei sogni, quell' american dream che anche molti italiani hanno in testa, ma Floyd è solo l'ultimo caso. Scorrendo le pagine su Internet ritornano a galla i nomi di Eric Garner, soffocato nel 2014 durante un tentativo di arresto a Staten Island, New York, ma anche di Philando Castile, 32 anni che a luglio del 2016 fu ucciso da un agente sempre vicino Minneapolis, mentre era in macchina con la fidanzata e la figlia. Nonostante tutte quelle minoranze presenti in Usa, il razzismo sta lì, striscia come un serpente, conservando l'idea del predominio della razza bianca. Guardatevi “Blackkklansman” Il film di Spike Lee di due anni fa, oltre che bello, fa paura dopo i titoli di coda quando si vede il vero cattivo e il KKK. Siamo nel 2020 e nonostante tutto il progresso tecnologico e le battaglie fatte per i diritti civili, ci ritroviamo ancora nel '70. E' vero che Trump aiuta i populisti e si alimenta dell'odio della gente ed, in effetti, rappresenta il simbolo di una America che ancora non fa pace con se stessa, ma è anche vero, che dopotutto, questo virus non è stato debellato neanche con Obama. Mi chiedo quindi quando e come si potrà superare il problema del colore della pelle. Mai?
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