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Immagine del redattoreSilvio Mancinelli

La buona politica è già finita?


Quando ci sono state le elezioni a Sulmona, analizzai, e chi mi segue lo sa, il programma elettorale delle varie coalizioni. Avevano tutte le insufficienze derivanti soprattutto dal fatto che erano solo dei temini dei sogni ma non programmi di investimento e di cose da fare (sulla ztl per esempio nessuno ha scritto cosa avrebbe fatto il giorno dopo). Vinse la coalizione di centrosinistra, un esperimento PD - M5 che era già fallito sia in campo nazionale che regionale e che forse solo il nuovo corso del PD potrà resuscitare. Dopo la vittoria di Di Piero scrissi un post che prevedeva un accordo con Gerosolimo per durare cinque anni. Probabilmente non sarà così ma dai giornali si evince che, dopo poco meno di un anno, questa giunta è in crisi con la fuoriuscita di 3 elementi e di questo i giornalisti ne parlano poco o quantomeno non come ne parlavano della Casini. La coalizione non si reggeva sul fare fuori l'amico Gerosolimo ma il problema è un altro. La questione è che la politica di oggi è diversa da quella di qualche anno fa. Con tutte le crisi in essere, a noi ce ne frega poco delle vendette personali, delle rivalse. I sulmonesi sanno quali sono i problemi da affrontare, sanno che i nostri rappresentanti guardano a limitare il nemico e non a fare del bene della città. Le uniche cose che si vedono di questa amministrazione sono state ereditate dalla precedente, basta vedere i lavori del liceo classico, esempio lampante. Eppure, come avviene sempre qui, dopo un anno si cercano nuovi equilibri, dopo nuove elezioni che propongono nuove percentuali, si rosica perchè non si è stati eletti presidente del consiglio per esempio. Una miopia politica che non fa vedere le emergenze, dalle bollette in aumento, alla mancanza di attrazione di investimenti esterni sul territorio, la mancanza di infrastrutture, il ricambio generazionale, il mantenere i giovani nel territorio. Quelli che si presentano alle elezioni sono sempre gli stessi da 30 anni a questa parte, portatori sempre delle stesse cose. A quel punto la colpa bisogna darla però a qualcuno: e io la dò agli stessi sulmonesi che si fanno attrarre dalla promessa di un posto di lavoro (ormai quasi utopia se si esclude fare un mese al Cogesa ), dal difendere i proprio interessi perchè magari gestiscono un immobile pubblico da 20 anni. Gli elettori non capiscono che queste piccole promesse non portano benessere alla città. Se Sulmona crescesse il beneficio sarebbe per tutti. Va ripensato tutto e forse ci sarebbe bisogno di interesse maggiore , da parte della popolazione , alla politica.

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