Ogni tanto il cinema italiano cerca di uscire dai tipici ambienti che utilizza, dal dramma esistenziale alla commedia che sfocia nel cinepanettone. Alle volte ci riesce ed altre volte no. Nel caso di "Il mio nome è vendetta" con Alessandro Gassman il risultato è ambiguo. Gassman è il più credibile e la storia è, nel bene e nel male, la storia che si vede spesso nei film americani. Mi rapisci la figlia e io uccido tutti (Liam Neeson), mi uccidi il cane e io faccio lo stesso con la tua famiglia (Keanu Reeves). Insomma le trame di questo genere sulla vendetta non sono tante diverse. Qui delle cose però non quadrano: tipo il riconoscimento di Gassman con una foto su Istangram nel giro di due secondi, e una figlia che da ragazza brava e innocente, diventa una Vedova Nera. Buoni i dialoghi ma quello nel quale bisogna ancora lavorare è la cura dei momenti di azioni, poco appassionanti.
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