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Riccardo Noè - Cabal

  • Immagine del redattore: Silvio Mancinelli
    Silvio Mancinelli
  • 22 lug 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

Fare un disco sperimentale non è facile ma forse è un modo per esprimere se stessi in una maniera così diversa da diventare un alieno nel panorama musicale italiano. È il caso di Riccardo Noè e del suo ultimo lavoro: “Cabal”. Dopo la sbornia del sabato sera, dovuta anche al fatto che mi sono promesso in sposo alla mia dolce metà, non c'è cosa migliore che buttarsi nella musica. Farlo con il disco di Noè, in questo stato, è una esperienza strana. “Cabal” è un disco che parte da molto lontano, dall'ebraismo, fino alla mitologia cristiana dell'Antico Testamento, e questo mondo (da Adamo, alla Torre di Babele) viene raccontato con suoni che provengono dall'iperspazio. Riccardo provando a mettere Dio dentro un LP, con i mezzi tecnologici a disposizione, ha dato fiato allo spazio che voce non ha. Quali artisti hanno ispirato Noè è presto detto: John Cage, Berio e Stockhausen, ma poi si possono inserire in questa lista anche i nuovi compositori come Johann Johannsson. Tra sample, noise e aggiunta di piano, il disco ci porta in un'altra dimensione, quasi esoterica. Buon lavoro.

La tracklist

01. Intro - Bereshit

02. Etz Chaim

03. Adam

04. Lilith

05. Babel

06. יַהְוֶה

07. Noah

08. Rothschild

09. Golem

10. Outro - Gog & Magog

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