Piacerebbe sicuramente ai miei amici sulmonesi che in questi anni si stanno occupando di profughi e immigrazione questo nuovo lavoro di Pasquale De Fina, intitolato “Dieci viaggi veloci”, pubblicato sotto il nome di Volwo. Volwo non è altro che il vecchio progetto di De Fina con cui aveva esordito nel 2002 con “Viva Vittoria”, prima quindi di pubblicare tre dischi con il progetto Altleticodefina. È un disco per la maggior parte acustico fatto di rock blues con punte di elettronica (“la didone abbandonata”). Ascoltando già le prime tre canzoni ne viene fuori un gran disco, nel quale, alla chitarra acustica e batterie soffuse, si aggiungono piano e fiati di sottofondo (“Tutto l'oro”). È un album pubblicato insieme a tanti amici: da Paolo Benvegnù, a Alex Marchesi, da Luca Gemma a Ylenia Lucisano fino a Rachele Bastreghi. In alcuni casi sembra ascoltare un qualcosa di Nick Cave e Lou Reed. E soprattutto con questo ultimo il legame sono i temi. Il tema che lo lega a Lou è soprattutto l'emarginazione, perchè in Italia gli emigrati sono emarginati. È una condizione simile alle situazioni raccontante dall'ex Velvet. Come non pensare però anche a De Andrè quando si ascolta “Canto dell'emigrante 1903”, con una base elettronica e un sax di ambientazione. Le dieci canzoni trattano di emigrazione, viaggi, del lavoro e della passione ed in alcuni casi vi è una contrapposizione tra il suono morbido e il tema pesante. Temi quindi già utizzati dai citati autori ma rivisitati in maniera intelligente da De Fina. Ottimo disco.
La tracklist
M'arricordu e non mi scordu
Milano immaginazione
Tutto l'oro
A debita distanza
Canto dell'emigrante 1903
La didone abbandonata
Sotto le tre nuvole
Cusago
Se ti sabir
La cuccagna